Una serie di proteste, le ultime a Parigi (il 25 giugno) e a Chicago (il 29), sono state organizzate da un gruppo di musulmani sufi contro lo stilista Roberto Cavalli e il logo, considerato blasfemo, che figura sull’ultimo profumo Frangrance della sua linea Just Cavalli.
Quello che l’azienda difende come “il morso di un serpente” è invece, per il centinaio di persone che ieri sono scese per le strade di Chicago – e per quelli che nuovamente lo faranno il prossimo 12 luglio (questa volta a Vancouver), nient’altro che il rovesciamento di quella specie di H che i sufi utilizzano per riferirsi al proprio dio Allah.
Un logo “dissacrante” – così lo hanno definito – perché ne stravolge il significato iniziale di “pace” e “rifugio”. Tanto più che tra i vari luoghi in cui appare ci sono anche i corpi spesso seminudi o comunque sexy di modelli e modelle che lo pubblicizzano.
Ruotando il simbolo, il messaggio non cambia – qualcuno ha fatto notare parlando con la giornalista del quotidiano locale Tribune, durante la protesta di Chicago. Anche là, come pure nelle altre manifestazioni e nelle mobilitazioni online che comprendono anche una petizione sulla piattaforma Change.org oltre ai numerosi messaggi inviati via Twitter, l’hashtag di riferimento era uno solo: #TakeOffJustLogo.
La replica della casa di moda arriva attraverso il sito del Corriere della Sera. Dall’azienda ribadiscono che la questione sul simbolo – che, essendo nelle campagne pubblicitarie sin dal 2011, era stato oggetto di critiche anche in passato – è pure già stata presa in considerazione da un’autorità quale è l’OHIM (Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno). All’organo, i soliti musulmani sufi che oggi protestano contro Cavalli, si erano già rivolti nel 2013 facendo causa all’azienda proprio per la somiglianza tra il loro simbolo sacro e il logo scelto dallo stilista per il suo brand. La vicenda si è chiusa, almeno dal punto di vista legale, lo scorso maggio, quando l’Ufficio ha rifiutato la richiesta dei sufi, perché “i due loghi non sono confondibili e non presentano similitudini significative”. Basterà questo a placare le proteste? Difficile crederlo, ma intanto l’azienda ci spera.