I Sufi, minoranza sunnita dai tratti esoterici, un tempo principale punto di approdo degli Europei che si avvicinavano all’Islam, storicamente molto silenziosa, sta facendo sentire la propria voce. Negli ultimi mesi i Sufi sono stati protagonisti di varie manifestazioni in tutto il mondo negli ultimi mesi: da Parigi a Londra, da Düsseldorf a Los Angeles, hanno protestato contro il marchio italiano “Just Cavalli”, preso di mira dai musulmani sufi che accusano la griffe di utilizzare in modo blasfemo in una recente campagna pubblicitaria un simbolo religioso ritenuto sacro dai fedeli islamici.
Da parte sua il marchio italiano contesta le critiche e afferma che il simbolo non ha nulla a che fare con la religione musulmana.
Nella réclame si vede la modella Georgia May Jagger, ventiduenne figlia della rockstar Mick Jagger, dei Rolling Stone, che in reggiseno promuove il profumo Just Cavalli: sul polso della ragazza si intravede un tatuaggio che a detta dei musulmani sufi riprodurrebbe uno dei simboli sacri della loro religione, usato per riferirsi ad Allah e che è formato da due archi simmetrici uniti al centro.
I contestatori hanno lanciato anche un video su YouTube nel quale chiedono il ritiro del logo dallo spot.
La casa di moda di Roberto Cavalli, che ha già usato il simbolo in diverse campagne pubblicitarie dal 2011, sostiene che l’immagine non ha nulla a che fare con la religione musulmana.
Il 16 maggio scorso l’Ufficio preposto alla gestione dei marchi e del design industriale per il mercato interno dell’Unione Europea si è pronunciato rigettando la richiesta di invalidazione del logo Just Cavalli richiesta dai Sufi: «i due loghi non sono confondibili e non presentano similitudini significative».
Intanto, negli ultimi tempi, gli islamisti hanno ottenuto che la Rai censurasse la canzone di Carosone “Caravan petrol” (che in una strofa contiene la parola “Allah”) e che non vengano trasmessi alcuni film di Totò, come “Un turco napoletano” e “Totò sceicco”, in cui l’attore si comporta come un musulmano. (A.C.)